panor ridotta
Natale

Carissimi fratelli e sorelle,
BUON NATALE A TUTTI!
E’ un augurio che rivolgo a ciascuno personalmente a mio nome e a nome della nostra fraternità e della nostra comunità parroc-chiale.
Un augurio da un cuore che il ricordo della nascita del Signore rende traboccante di gioia, di mitezza, di benevolenza, di deside-rio di impegnarsi di più a perseguire ideali di valore e a spendersi per gli altri.
Un augurio che innanzitutto vuole esprimere vicinanza a ciò che ciascuno di voi sta vivendo, nella consapevolezza che, mentre ci auguriamo di trascorrere questi giorni in serenità, molti di noi versano in gravi condizione di salute, altri sono afflitti da difficol-tà economiche, altri ancora sono impelagati in conflitti che non solo amareggiano il quotidiano, ma sembrano distruggere anche le più belle esperienze vissute.
Un augurio, inoltre, che vuole tenere conto di quanto avviene in questo momento sul nostro pianeta, dalle catastrofi ambientali alle guerre assurde e atroci, dalla corsa ad affermare i propri inte-ressi all’allargamento del numero di poveri, di migranti, di non viventi dignitosamente, dalle violazione dei diritti fondamentali delle persone alle violenze domestiche su donne e minori… non c’è davvero molto di cui rallegrarsi…
Un augurio, infine, per quelli che, come me, cercano ancora di attingere nel Vangelo risorse ed energie per non far spegnere la speranza della possibilità di una vita profondamente umanizzata, di una convivenza pacifica e fraterna, di ritmi di vita meno condi-zionati dalla frenetica rincorsa delle cose, di abbracci che rendano sostenibili anche le pagine più dolorose della vita.
Le chiese cristiane (così come templi vari, sinagoghe, mo-schee…) ormai da tempo non sono più frequentate dalle generazioni figlie della rivoluzione digitale e tecnologica… abbagliate dall’idea di essere padrone “subito” del “tutto a disposizione”, appagandosi di quanto è a portata di mano e scartando ciò di cui si pensa si possa fare tranquillamente a meno… fino a correre il rischio di ritrovarsi svuotate di grandi sogni, di desideri, di passioni che accendono il cuore, di speranza.
Dinanzi a tutto questo credo che avvertiamo tutti la necessità di cambiamenti significativi nel nostro modo di essere credenti, ancora attenti e aperti all’invisibile, e per arrivare a un modo di vive-re insieme in modo squisitamente umano e fraterno… viviamo un tempo di discernimento in cui ci viene richiesta una grande aper-tura alle sorprese dello Spirito…
Papa Francesco negli auguri natalizi alla curia romana di que-st’anno osservava che ancora ci si divide tra “conservatori” e “progressisti”, ma la vera differenza non è questa, ma quella tra “innamorati” e “abituati”… solo chi ama può camminare.
“Solo chi ama può…” continuare a fare auguri, seminare speran-za, riaccendere passioni, riaprire relazioni, ridare alla vita il gusto della vera gioia… posando lo sguardo ancora una volta sul Bambi-no di Betlemme, non per abitudine, ma per innamorarsi davvero, cioè imparare da Lui e assimilarne lo stile.


Buon Natale! Fra’ Mario.

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