panor ridotta
 
 

Carissimi, il cammino di quaresima volge al termine  e ci introduciamo nella settimana santa.

 

 

 

 

La settimana più importante della nostra vita di fede, la settimana nella quale si realizza pienamente tutto quanto la liturgia ci ha anticipato in questi significativi quaranta giorni di preghiera, di ascolto della parola, di meditazione e di operosa carità espressa concretamente verso i più poveri. (Qualora non lo avessimo fatto siamo ancora in tempo per dare concretezza al nostro cammino). Viviamo allora questo tempo con gioia e fiducia, da salvati, da figli della luce. Facciamo brillare nei nostri occhi la gioia del Risorto così potremo dire come nel versetto finale degli atti degli apostoli che: “Annunciavano il regno di Dio e insegnavano le cose riguardanti il Signore Gesù con tutta franchezza e senza impedimento”.

 

 

Le parole degli atti degli apostoli ci dicono l’urgenza di una testimonianza rinnovata, come quella che si deduce da tutti i testi biblici nel periodo pasquale. I discepoli, dopo un inevitabile momento di paura, passano ad un atteggiamento di gioia e di coraggio nella testimonianza. Come direbbe il vescovo don Tonino Bello: “ Senza peli sulla lingua, cioè. Senza sfumare le finali per amor di quieto vivere. Senza mettere la sordina alla forza prorompente della verità. Senza le furbizie escogitate dalla preoccupazione di salvare la pelle. Senza gli stratagemmi del defilarsi nei momenti della prova, per timore di compromettersi troppo.

 

Dobbiamo anche noi trovare il coraggio della testimonianza che segnò l’esperienza profonda dei discepoli di Gesù. Anche noi, come loro, crediamo fermamente nella resurrezione del Cristo e lo vogliamo testimoniare prima ancora che con le nostre parole, con la vita. Vogliamo vincere la tentazione di imprigionare la verità dello Spirito del risorto dentro i limiti delle nostre parziali visioni o dei nostri stessi organismi ecclesiastici, correnti o movimenti, associazioni o gruppi, soprattutto quando tutte queste strutture corrono il rischio di sostituire alla ricerca faticosa e fraterna del credere, dell’interrogarsi, del rinnovarsi continuamente, le ricette del carisma di qualche leader o addirittura l’arroganza di appartenere ad una “casta”.

 

D’altro canto non possiamo respingere il soffio dello Spirito adagiandoci nelle abitudini di ripetere formule antiche, ma vuote o fissandoci di vivere una fede ridotta a ricordo nostalgico del passato rischiando così di mettere “le ganasce” allo Spirito, che invece ogni giorno ripete: “ Ecco, io faccio nuova ogni cosa” (Ap 21,5).

 

Si tratta di trovare il “giusto equilibrio” per essere efficacemente testimoni del risorto. E’ questo l’augurio che di cuore rivolgo a tutti voi, carissimi, unitamente ai sacerdoti e ai diaconi della nostra parrocchia: possiate gustare la gioia del risorto e trovare la forza della testimonianza. Auguri!

                                                             

                             Il parroco. p. Gianfranco

 

Piazza San Felice da Cantalice 20   |    00172 Roma  Tel 062305791
 ________________________________________________________________________________________________________________________