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III DOMENICA DI AVVENTO
Anno B


LETTURE: Is 61,1-2.10-11; Lc 1,46-54; 1 Ts 5,16-24; Gv 1,6-8.19-28



  
LITURGIA DELLA PAROLA
   
Prima Lettura  Is 61, 1-2.10-11
Gioisco pienamente nel Signore..

 

 
Lo spirito del Signore Dio è su di me,
perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione;
mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri,
a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,
a proclamare la libertà degli schiavi,
la scarcerazione dei prigionieri,
a promulgare l’anno di grazia del Signore.
Io gioisco pienamente nel Signore,
la mia anima esulta nel mio Dio,
perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza,
mi ha avvolto con il mantello della giustizia,
come uno sposo si mette il diadema
e come una sposa si adorna di gioielli.
Poiché, come la terra produce i suoi germogli
e come un giardino fa germogliare i suoi semi,
così il Signore Dio farà germogliare la giustizia
e la lode davanti a tutte le genti.
   
Salmo Responsoriale  Lc 1, 46-54
La mia anima esulta nel mio Dio.

   
L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.

Ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia.
 
Seconda Lettura   1 Ts 5, 16-24
Spirito, anima e corpo, si conservino irreprensibili per la venuta del Signore.
 
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi.

Fratelli, siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.
Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male.
Il Dio della pace vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è colui che vi chiama: egli farà tutto questo!
 
Canto al Vangelo   Is 61,1
Alleluia, alleluia.

Lo spirito del Signore è su di me,
mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai poveri.
Alleluia.
  
Vangelo  Gv 1, 6-8. 19-28
In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete.
 
Dal vangelo secondo Giovanni

Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
  


Questa terza domenica di Avvento è detta "gaudete", rallegratevi; la domenica della gioia. Ma continua a campeggiare solenne la figura del Battista, che ci introduce in questa gioia per la venuta del Signore, perché lui stesso, l'amico dello sposo, ha gioito per l'avvento dello sposo.
Come di solito le sollecitazioni della liturgia a prepararci, a riflettere, sono molteplici, anche se variazioni sul tema principale.
Il tema principale di oggi è l'esultanza, la gioia, come si deduce dalla prima e dalla seconda lettura; a questa si aggiunge la testimonianza e quindi la gioia di testimoniare, ma anche la gioia di accogliere la testimonianza che ci viene offerta dal Battista.

IO GIOISCO PIENAMENTE NEL SIGNORE

Chi parla, dicendo queste parole?
Nella prima lettura è il profeta che parla, investito di una missione speciale: la liberazione degli oppressi. Ma sappiamo che queste parole sono state applicate - non usurpate, perché gli appartenevano di diritto - da Gesù a se stesso, nella sinagoga di Nazaret. Un motivo in più di gioia, perché il Signore, venendo, ci offre questo anno di grazia, questa liberazione, se naturalmente siamo poveri, bisognosi del suo intervento.
A questo inno di gioia risponde, come un'eco, il cantico di Maria, il magnificat. Qui troviamo tanti altri motivi di allegrezza, ma il principale continua ad insistere sullo sguardo benevolo e pieno di condiscendenza di Dio nei confronti di chi è umile, come Maria. Sono i due poli che fanno scoccare la scintilla della gioia: l'onnipotenza di Dio e l'umiltà, la nullità dei suoi servi. Al di fuori di questi due poli ci può essere allegria, festosità, ma che non durano a lungo. La corrente tra questi due poli la ritroveremo nel vangelo di oggi.

SIATE SEMPRE LIETI

S. Paolo ce lo ripete ancora una volta. Lo stile dei cristiani deve essere questo. E' diventata proverbiale la letizia francescana, perché S. Francesco l'aveva scelta come custode di ogni dono di Dio. Se mancava la letizia tutto veniva compromesso. Aveva capito fino in fondo il valore nell'esortazione che oggi ci fa S. Paolo.
Questi aggiunge a questa esortazione altri inviti: pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie. Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male. E' un pacchetto di consigli che tengono conto dei rischi che si corrono se manca la vigilanza, se tutto si pianifica a livello troppo umano e non si è aperti alla corrente dello Spirito.
Tutto questo permette ai Tessalonicesi, che erano così assillati dal pensiero della venuta di Gesù, di trovarsi irreprensibili in questa occasione. Ma è anche un avvertimento per noi, che siamo ugualmente invitati ad accoglierlo nella nostra vita.

Se la gente si interrogasse se vive la gioia, quella vera, che soddisfa, che non è passeggera e futile, quale risposta ci aspetteremmo?
Nella nostra società sono tanti i motivi per passare qualche ora in allegria, spesso in baldoria, ma quando ciascuno si confronta con se stesso, quando si sottrae al chiasso e si trova in silenzio, forse si accorge che si era illuso; e forse non sa indovinare la strada per attingere la gioia vera, l’esultanza del magnificat; non sa più distinguere tra gioia e allegria. Forse dobbiamo ricercare qualcosa che ci è sfuggito, che si è eclissato.

CHI SEI TU?

Oggi troviamo una pagina evangelica solenne sulla venuta di Gesù: una testimonianza non discutibile.
L'evangelista introduce la figura di Giovanni Battista fin dall'inizio, nel prologo; e in poche parole definisce in che consiste la sua missione e su che cosa è chiamato a testimoniare:
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Queste parole sarebbero già sufficienti. Ma in seguito vuole riportare un'inchiesta in stile giudiziario fatta dai Giudei. Le domande si susseguono veloci e incisive e vanno a toccare gli argomenti che per loro erano decisivi, da cui avrebbero potuto trarre qualche conclusione. Le domande, naturalmente, partivano da una loro precomprensione di quello che stava succedendo. Ma noi diremmo oggi che vengono tutte snobbate.
La prima domanda si attendeva la risposta ad una delle tante aspettative che circolavano nella mentalità corrente: il Messia, Elia, il Profeta. Niente di tutto questo. E allora Chi sei?
La risposta è in qualche modo deviante e nello stesso tempo di grande contenuto, perché fa riferimento alla profezia che invita a preparare la strada del Signore, quindi anche un ammonimento per loro (Is 40,3). Lui, perciò, è soltanto questa voce.
«Perché dunque tu battezzi, se non sei….Come dire: il tuo battesimo non solo non è legittimo, ma non ha nessun valore. Ed anche qui la risposta è deviante, rispetto a quello che si attendevano. Il suo è preparazione ad un altro battesimo. E qui si introduce "Colui che voi non conoscete", al quale non è degno di sciogliere il legaccio del sandalo.
E' colui che viene dopo, ma che è prima di lui; è lo sposo che presenta e poi scompare.
Tutto è posto sotto il segno della testimonianza. Questa parola è importante nel vangelo di Giovanni e dovremmo rifletterci sopra a lungo, perché anche noi siamo testimoni.
La forte centralità della figura di Gesù ci induce a porlo al culmine di tutte le nostre aspettative, ma anche al centro della nostra testimonianza: "Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore", dirà S. Paolo (1Cor 4,6).
Forse sarebbe il caso di riflettere a lungo su questo argomento, trattandosi dell'evangelizzazione: quanto c'è di autoreferenzialità e quanto a Cristo?

 

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