Tempi liturgici
1. AVVENTO
Composto da quattro settimane, è il tempo dell'attesa che celebra la venuta di Gesù: la prima venuta nel Natale (tempo di preparazione del Natale) e la venuta gloriosa della fine dei tempi.
2. NATALE
Inizia la sera del 24 dicembre e termina la domenica dopo l’Epifania con la festa del Battesimo di Gesù. È tempo di gioia, perché il padre ci dona Gesù (ricordiamo la sua nascita) e noi lo accogliamo come figlio di Dio.
3. QUARESIMA
Dal mercoledi delle ceneri fino alla domenica delle palme.
Periodo di quaranta giorni che precede e prepara alla Pasqua sull’esempio dei quaranta giorni di Gesù nel deserto. È tempo di conversione, di penitenza e di preghiera; dobbiamo andare anche noi con Gesù a Gerusalemme per morire con lui e risorgere con lui, facendo morire il peccato e diventando nuove creature, risorte con Cristo.
Dall’inizio della Quaresima fino alla Veglia Pasquale non si canta l’alleluia.
Le domeniche di Quaresima sono cinque; la sesta in cui ha inizio la SETTIMANA SANTA, si chiama Domenica delle Palme e della Passione del Signore.
La settimana santa è la settimana che precede la Pasqua ed è la più importante dell’anno. In essa seguiamo Gesù dal suo ingresso a Gerusalemme, la domenica delle Palme, fino alla sua morte e sepoltura.
Nessun ministrante in gamba può mancare alle bellissime celebrazioni di questi giorni.
- DOMENICA DELLE PALME
Nella processione delle Palme con i rami d’ulivo ricordiamo il solenne ingresso di Gesù a Gerusalemme, dove si svolsero i fatti della Pasqua. La gente salutava Gesù gridando: “Osanna”.
- GIOVEDI SANTO – MESSA CRESIMALE
In cattedrale il Vescovo con tutti i suoi presbiteri invoca lo Spirito Santo sugli oli che serviranno per i sacramenti (il più importante è il Crisma). Inoltre, il Vescovo e i suoi sacerdoti rinnovano le promesse della loro ordinazione.
4. TRIDUO PASQUALE
Ha inizio dalla Messa della cena del Signore, ha il suo verice nella Veglia Pasquale e termina con la Domenica di Pasqua.
- GIOVEDI SANTO – MESSA DELLA CENA DEL SIGNORE
In questa Messa si ricordano l’ultima cena (che è stata la prima Messa), l’istituzione del sacerdozio e il gesto di Gesù di lavare i piedi in segno di amore e di servizio. Dopo la Messa, l’Eucarestia si porta in un tabernacolo con fiori e luci. Si rimane poi in adorazione con Gesù, che in questa notte nell’orto degli ulivi ha detto: “Non potete farmi un po di compagnia?”.
Fino alla Veglia Pasquale in nessuna chiesa si celebra la Messa.
- VENERDI SANTO – PASSIONE DEL SIGNORE
Nella prima parte della celebrazione si fa solenne lettura della Passione di Gesù. Seguono poi le grandi invocazioni per tutti i bisogni del mondo (papa, vescovi, pace nella Chiesa, nuovi battezzati, ebrei, credenti in Dio, chi rifiuta Dio, capi dei popoli, sofferenti). Si va in processione a baciare (adorare) la croce che ha salvato il mondo. Infine si fa la comunione con il pane consacrato nella Messa della Cena del Signore (Giovedi Santo).
- SABATO SANTO – VEGLIA PASQUALE
La veglia di Pasqua è la più grande festa dell’anno. Si divide in più parti:
Liturgia della luce: fuori della chiesa, dopo la benedizione del fuoco, si accende il cero pasquale (simbolo di Gesù risorto) e tutti i presenti, dopo avervi acceso la loro candelina, entrano nella chiesa buia; poi si canta l’annuncio che Cristo è risorto.
Liturgia della Parola: si legge dalla Bibbia il racconto della prima Pasqua (= passaggio), quando l’antico popolo passò dalla schiavitù dell’Egitto alla libertà; il Signore comandò di celebrare la Pasqua mangiando un agnello e il pane senza lievito. Si suonano le campane al Gloria (non venivano più suonate dal Giovedi Santo) e si canta l’Alleluia (che come il Gloria, non si è cantato per tutto il periodo di Quaresima).
Liturgia battesimale: si benedice l’acqua per il Battesimo, con cui passiamo dalla morte del peccato alla vita dei risorti con Gesù; si celebra il Battesimo.
Liturgia eucaristica: si celebra l’Eucarestia e nei segni del pane e del vino si vive la morte e la risurrezione di Gesù.
5. TEMPO DI PASQUA
Periodo di cinquanta giorni che come un solo e grande giorno va dalla Pasqua alla Pentecoste; la Chiesa canta la gioia della Risurrezione, che accoglie per sé e annuncia al mondo con la forza dello Spirito Santo che le è doanto.
6. TEMPO ORDINARIO
Inizia dopo la domenica del battesimo di Gesù e si sospende al Mercoledi delle ceneri; pio riprende dopo la Pentecoste e termina la domenica dedicata a Cristo re dell’universo. Periodi in cui la Chiesa si mette in ascolto di Gesù maestro; tempo dell’ascolto, del lavoro, della santificazione
Riti di Ingresso
La Celebrazione Eucaristica inizia con i Riti di Ingresso.
Con essi si celebra l?Incarnazione del Verbo Divino, l?ingresso del Figlio di Dio, Ges? Salvatore, nella storia dell?uomo e, conseguentemente, l?introduzione dell?umanit? nella vita di Dio.Scopo principale di tali Riti ? che ?i fedeli, riuniti insieme, formino una comunit? e si dispongano ad ascoltare con fede la Parola di Dio e a celebrare degnamente l?Eucaristia? (PNMR 24).
LA PROCESSIONE INTROIALE
Tra le diverse processioni che si fanno nel corso della Celebrazione Eucaristica (verso l?ambone per la Proclamazione della Parola di Dio, verso l?altare per la Processione dei Doni, verso il Sacramento del Corpo e Sangue di Ges? alla Comunione) la prima si muove dalla porta principale della Chiesa e v? verso l?altare.
Essa celebra la venuta del Signore Ges?, Figlio di Dio.E? aperta dai ministri che presteranno il loro servizio durante la Celebrazione: accoliti, lettori, ?; il sacerdote che presiede l?Eucaristia ? all?ultimo posto, segno di Cristo Sommo ed Eterno Sacerdote fattosi per noi servo obbediente sino alla morte di croce (Fil 2,6-11).
Per le Celebrazioni pi? solenni la processione si compone cos?: apre il turiferario; segue il crocifero accompagnato da due ministri con le candele accese, quindi i lettori, gli accoliti e gli altri ministri; infine il diacono che porta l?Evangeliario, i concelebranti e, da ultimo, colui che presiede la Celebrazione Eucaristica (PNMR 82).
L'assemblea partecipa alla processione stando ferma al proprio posto e accogliendo i suoi ministri con il canto di ingresso, la cui funzione ? quella ?di dare inizio alla Celebrazione, favorire l?unione dei fedeli riuniti, introdurre il loro spirito nel mistero del tempo liturgico o della festivit? e accompagnare la processione del sacerdote e dei ministri? (PNMR 25).L?armonia delle voci esprime dunque la concordia e l?unit? dei credenti.Cos?, essere presenti, fin dall?inizio della Celebrazione ? segno di una partecipazione viva e consapevole, che non si lascia sfuggire nemmeno l?occasione del canto di inizio per farsi introdurre nel Mistero di Cristo Ges? celebrato nel tempo.
Che attenzione viene posta alla processione introitale nelle nostre Celebrazioni Eucaristiche? Ci si accontenta del breve tragitto dalla sacrestia (forse posta accanto al presbiterio) al vicino altare, o si sceglie il tragitto del passaggio centrale cos? come era previsto per le antiche Basiliche Romane in cui spesso le sacrestie si trovavano presso l?ingresso principale??
IL SALUTO DELL'ALTARE E DELL'ASEMBLEA
Giunti in presbiterio il sacerdote e i ministri salutano l?altare.
In segno di venerazione, il sacerdote e il diacono lo baciano e il sacerdote lo pu? incensare secondo l?opportunit?? (PNMR 27).
L?altare, dedicato a Dio soltanto, in uno speciale Rito ? stato unto, incensato, rivestito e illuminato.Questi gesti riflettono il mistero di Cristo Ges?.
Con l?unzione del Crisma, l?altare diviene simbolo di Cristo, che ? ed ? chiamato l?Unto di Dio, cio? il consacrato per eccellenza.L?incenso bruciato richiama il sacrificio di Ges? che ha offerto la sua vita in odore di soavit?.La copertura dell?altare con la tovaglia indica che esso ? ara del sacrificio e mensa del Signore.
Attorno ad esso stanno sacerdoti e fedeli che, svolgendo insieme la stessa Azione Sacra (anche se con compiti diversi), celebrano il memoriale della Morte e Risurrezione di Cristo e partecipano alla Cena del Signore.
E? per questo che l?altare viene preparato e ornato a festa: ? la mensa attorno a cui la Chiesa pellegrina si raccoglie con gioia per nutrirsi del cibo divino ed avere la forza di essere luce nel mondo, ad imitazione di Cristo, luce per illuminare le genti (Lc 2,32).
Questo ? il significato dell?ultimo gesto del Rito di Dedicazione: l?illuminazione dell?altare.?Terminato il canto di ingresso, il sacerdote e tutta l?assemblea si segnano con il segno della croce. Poi il sacerdote con il saluto annuncia alla comunit? riunita la presenza del Signore. Il saluto sacerdotale e la risposta del popolo manifestano il mistero della Chiesa radunata? (PNMR 28).
L?altare ? salutato dall?assemblea nei suoi ministri, e l?assemblea ? salutata dai ministri che con lei hanno salutato l?altare.Con tale reciproco saluto si manifesta il mistero della Chiesa cos? come ? stato nel saluto all?altare.?
Se il vero altare ? Cristo, capo e maestro, anche i discepoli membra del suo corpo, sono altari spirituali, sui quali viene offerto a Dio il sacrificio di una vita santa?.
Nelle nostre parrocchie l?altare si presenta quale veramente ?: simbolo di Cristo? E? mantenuto pulito, ordinato, illuminato tanto che chiunque entri in Chiesa sia subito invitato a rivolgere? ad esso lo sguardo? Compiamo, almeno nel corso delle Celebrazioni Eucaristiche pi? solenni, il gesto della incensazione dell?altare?
Le azioni compiute frequentemente sono esposte al pericolo di perdere, nel compimento esterno, la bellezza della forma e, in quello interno, forza e profondit?. E? il caso del segno di croce.
Ricordo, a tale proposito, le belle parole di Romano Guarini sulle quali invito tutti a riflettere: ?Quando fai il segno della croce fallo bene. Non cos? affrettato, rattrappito, tale che nessuno capisce cosa debba significare. No, un segno della croce giusto, cio? lento, ampio, dalla fronte al petto, da una spalla all?altra. Senti come esso ti abbraccia tutto? E? il segno della totalit? ed ? il segno della redenzione. E? il segno pi? santo che ci sia!!?
L'ATTO PENITENZIALE?
Salutato il popolo il sacerdote o un altro ministro che ne sia capace pu? fare una brevissima introduzione alla Messa del giorno. Quindi il sacerdote invita all?atto penitenziale, che viene compiuto da tutta la comunit? mediante la confessione generale, e si conclude con l?assoluzione del sacerdote.
Dopo l?atto penitenziale ha inizio il Kyrie eleison, a meno che non sia gi? stato detto durante l?atto penitenziale. Essendo un canto con il quale i fedeli acclamano il Signore e implorano la sua misericordia, viene eseguito da tutti, in alternanza tra popolo e la schola ?corale- o un cantore? (PNMR 29-30).Ai Riti preparatori della Messa appartiene anche un atto penitenziale, cio? una confessione della colpa, animata da pentimento, e la domanda di perdono.Chi si avvicina al Dio Santo non deve farlo con animo altero e pieno di se!!Anche il cristiano deve aver coscienza di quanto sia inferiore all?ideale.?S
e diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verit? non ? in noi. Se riconosciamo i nostri peccati, Egli che ? fedele e giusto ci perdoner? i peccati e ci purificher? da ogni colpa? (1 Gv 1,8s).E? quindi conveniente, anzi, necessario, che i fedeli all?inizio della Santa Messa prendano coscienza della loro colpa, la confessino e ne chiedano perdono.Invece delle precedenti preghiere ai piedi dell?altare con la confessione dei peccati (Confiteor), il nuovo ordinamento della Messa conosce tre forme possibili di atto penitenziale.Esse vengono introdotte con un invito alla confessione della colpa, cui segue una breve pausa di riflessione, conclusa con una domanda di perdono da parte del sacerdote.La prima forma di atto penitenziale consiste nella confessione comune delle colpe sulla traccia del precedente Confiteor.
La seconda invece consiste in una breve preghiera scambiata tra il sacerdote e l?assemblea.La terza forma infine collega tre invocazioni (che possono anche essere formulate liberamente) a Cristo con il Kyrie.Si ricorda che se si usa questa forma di atto penitenziale non ? pi? necessario ripetere il Kyrie!!Le domeniche poi, in luogo dell?atto penitenziale, pu? esserci l?aspersione dell?assemblea con l?acqua lustrale, con il significato di una commemorazione del Battesimo.Tale Rito, che godette di grande favore gi? nei secoli passati, viene descritto nel Messale Romano alle pagine 1031-1036. Dice PNMR al numero 29: ?Il sacerdote o un altro ministro che ne sia capace pu? fare una brevissima introduzione alla Messa del giorno?. Nelle nostre parrocchie esiste la figura del commentatore? Come abbiamo visto, l?atto penitenziale pu?, in alcune circostanze, essere sostituito dal Rito dell?Aspersione con l?acqua lustrale. Nelle nostre parrocchie viene, soprattutto nel tempo pasquale, dato risalto a tale gesto penitenziale? Se si, a ricordo del nostro Battesimo, andrebbe compiuto con ampiezza di gesto, percorrendo le navate della chiesa in modo che un numero pi? possibile di persone possa essere raggiunto dall?acqua lustrale!!
IL CANTO DEL GLORIA
Il Gloria è un Inno antichissimo e venerabile con il quale la Chiesa, radunata nello Spirito Santo, glorifica e supplica Dio Padre e l?Agnello? (PNMR 31).
Il canto del Gloria è una Grande Dossologia, un grande Inno di lode.
Nasce per la Messa di Natale e riprende nella sua introduzione l?Inno che gli angeli, secondo la narrazione evangelica di Luca, cantavano nella Notte Santa all?annuncio della nascita del Salvatore Ges?: ?Gloria a Dio nel pi? alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama?:
Questo Inno, cos? ricco di Scrittura, di Teologia e di tradizione, non si pu? non cantare alla Domenica, nelle Solennit?, nelle Feste e in particolari Celebrazioni pi? solenni: cos? si imprime alla Celebrazione Eucaristica, fin dal suo inizio, il tono gioioso della festa cristiana.
Ricordo che ? omesso nei tempi forti di preparazione al Natale e alla Pasqua: non si canta perci? durante le Domeniche di Avvento e di Quaresima.
Nelle nostre parrocchie si ha la buona abitudine di cantare il Grande Inno del Gloria o, pi? spesso, ci si riduce, per vari motivi, a recitarlo?
LA COLLETTA
Poi il sacerdote invita il popolo a pregare; e tutti insieme con il sacerdote stanno qualche momento in silenzio, per prendere coscienza di essere alla presenza di Dio e per poter formulare nel proprio cuore la preghiera personale.
Quindi il sacerdote dice l?orazione, chiamata comunemente colletta. Per mezzo di essa viene espresso il carattere della Celebrazione e con le parole del sacerdote si rivolge la preghiera a Dio Padre, per mezzo del Cristo, nello Spirito Santo.
Il popolo, unendosi alla preghiera ed esprimendo il suo assenso, fa sua l?orazione con l?Amen? (PNMR 32).La colletta ? la prima delle tre orazioni presidenziali: le altre sono l?orazione sulle offerte e il post communio.
Tali preghiere sono pronunciate, a nome dell?intero popolo di Dio, dal ministro che presiede la Celebrazione a nome di Cristo Capo che guida e nutre il Suo Corpo, la Chiesa, e quindi sono rivolte a Dio Padre nello Spirito Santo.
La natura stessa di queste preghiere presidenziali chiede che siano pronunciate ad alta voce e chiaramente, e che siano ascoltate da tutti in piedi e con attenzione.
E? pertanto ovvio che mentre il sacerdote le pronuncia non si debbano sovrapporre ad esse canti, musiche o preghiere di alcun genere: nella voce del celebrante ? racchiusa la voce dell?assemblea e dell?intero popolo di Dio.
Ma cosa significa ?colletta??Il termine in se non significa orazione, ma riunione, raccolta.Posta dopo la litania del Kyrie, ? introdotta da un breve silenzio in cui tutti i presenti sono invitati a presentare le proprie intenzioni particolari.
La preghiera di colletta ha proprio la funzione di raccogliere ogni istanza e presentarla, attraverso le parole della Chiesa, al Padre, per Cristo Ges?, nello Spirito Santo.
E? quindi un momento importante di partecipazione attiva di tutto il popolo convocato alla Celebrazione Eucaristica e non una cosa riservata solo al sacerdote celebrante!!Come tale questo momento va preparato con cura e attenzione.
Come viene vissuta, nelle nostre comunit? parrocchiali, questa occasione che il silenzio e la preghiera pronunciata a nome nostro dal sacerdote presidente ci offre?
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Il Tempo della Manifestazione
Dal Tempo di Avvento, al Natale, al 2 febbraio
"Cristo è venuto sulla Terra, non per pochi, ma per tutti"
di Andrea Cinconze:
Terzo per importanza nel ciclo dell'Anno Liturgico, dopo Pasqua e Pentecoste, è il Tempo della Manifestazione (Natale ed Epifania).
Questo Tempo Liturgico inizia con il Tempo di Avvento, che è un tempo di speranza per noi cristiani e di preghiera per un mondo migliore. Qui noi ricordiamo la venuta di Cristo ed attendendiamo il suo ritorno (parusia*1) e ci impegnamo a testimoniarlo al mondo. La parola avvento deriva dal latino adventus e significa venuta.
Questo tempo di attesa della venuta del Signore, si divide in 2 parti: nella prima parte (fino al 17 dicembre) la Liturgia richiama sia nelle letture che nelle preghiere la parusia; nella seconda parte (18-24 dicembre) c'è un forte richiamo a Maria, in particolare questo richiamo è sottolineato nella IV domenica d'Avvento, dove si legge il Vangelo dell'annunciazione.
Finito il Tempo di Avvento, dai primi vespri del 24 fino alla festa del Battesimo del Signore, entriamo nel Tempo di Natale.
Qui una precisazione: il Natale è una festa che è nata a Roma. Nessuno storico sa con certezza la data della nascita di Cristo, anche se la maggior parte degli autori cristiani, la collocano comunque intorno alla primavera, molto probabilmente qualche anno prima dell'anno 0. Nella tradizione romana, si è affermata la data del 25 dicembre*2, perchè al tempo in cui la Chiesa andava nascendo, nel giorno del solstizio d'inverno, cadeva la festa pagana del Natalis Solis Invicti *3, sostituita dunque con la festa cristiana di Cristo vincitore delle tenebre. Ovviamente, questo non accade ad esempio in America Latina, dove il Natale cade d'estate e non d'inverno...questo sta a significare che il Natale è concepito a livello simbolico nel bacino del Mediterraneo, ma che il suo significato recondito, il suo messaggio, va al di là di ogni cultura e tradizione.
Se l'oriente ha ricevuto il Natale da Roma, Roma ha ricevuto la festa dell'Epifania dall'oriente, festa che noi associamo alla venuta dei Magi, quindi alla manifestazione del Signore all'univesalità del mondo.
Per quanto concerne la messa del Natale, troviamo 3 celebrazioni liturgiche: la notte, l'alba (aurora) e la messa del giorno. La messa della notte è la veglia di Natale che noi tutti conosciamo. La messa dell'alba invece, ha origini medievali. Il Papa infatti, dopo aver celebrato la messa della veglia alla Basilica di S.Maria Maggiore*4, doveva recarsi alla Basilica di S.Pietro per la messa del giorno. Finita la celebrazione a notte inoltrata, passando per l'unica strada che all'ora portava verso il colle Vaticano (Circo Massimo, ponte rotto) doveva per forza di cose passare davanti alla chiesa di S.Anastasia, chiesa di rito Greco. Ora, il rito orientale celebra il 25 di dicembre la festa di S.Anastasia (in quanto gli orientali celebravano l'Epifania e non il Natale), quindi il Papa, prima di arrivare a S.Pietro si fermava in questa chiesa e celebrava una messa in onore della santa, per poi celebrare la messa del giorno nella Basilica di S.Pietro. Da questa consuetudine poi, la celebrazione entrò nella tradizione romana, come "messa del'alba" (o dell'aurora).
Durante queste celebrazioni di Natale, si torna a cantare il Gloria, che durante l'Avvento era stato omesso. In principio, il Gloria veniva cantato solo il giorno di Natale e solo nelle messe papali. Successivamente, venne introdotto in tutte le celebrazioni festive presiedute da un Vescovo e per ultimo è diventato un'inno festivo per le celebrazioni precedute da un sacerdote.
La domenica infraottava (o il 30 dicembre se il Natale capita di domenica) è la Festa della Sacra Famiglia. La celebrazione fu istituita per dare un esempio e un impulso all’istituzione della famiglia, cardine del vivere sociale e cristiano, che oggi sappiamo bene quanto duramente venga messa in discussione, sia da una cattiva forma d'informazione sia da una cattiva gestione di politiche sociali a livello centrale. Prendiamo dunque come esempio per le nostre famiglie, la Santa Famiglia di Nazarèt, che accogliamo nelle nostre case ogni anno, con la rappresentazione di devozione popolare che è il presepio, affinchè anche le nostre famiglie, possano veramente diventare "piccole chiese domestiche".
Il primo di gennaio è l'ultimo giorno dell'Ottava di Natale. In questo giorno si celebra la solennità di Maria Madre di Dio, nella quale si commemora anche l'imposizione del SS.mo Nome di Gesù. Un tempo la santa Romana Chiesa celebrava due messe il primo gennaio: una per l'Ottava di Natale, l'altra in onore di Maria. In seguito, le ha riunite in una sola celebrazione. Con il primo di gennaio, si conclude l'Ottava di Natale, otto giorni dove si celebra il mistero della venuta di Cristo nel mondo.
La domenica fra il 2 ed il 5 gennaio è la Domenica II dopo il Natale.
Il 6 gennaio è la festa dell'Epifania*5. Il mistero che si celebra in questa festa è il medesimo che si celebra nel Natale. Come detto precedentemente, questa è una festa che è nata in oriente e successivamente è entrata nella tradizione romana. Se mentre nel Natale i personaggi sono la Sacra Famiglia ed i pastori, nelll'Epifania, troviamo i Magi, che simboleggiano la manifestazione di Cristo a tutta l'universalità del mondo. Cristo è venuto per tutti, per tutte le diversità, non solo per alcuni. Cristo è venuto nel mondo ed è morto per salvare tutti...
La domenica successiva al 6 gennaio è la festa del Battesimo del Signore. Il ciclo del Natale si conclude quindi con un'episodio epifanico: il Signore che fu battezzato nel Giordano da Giovanni Battista per poi iniziare la sua predicazione. Nella simbologia orientale, l'acqua equivale al mezzo per il quale il cristiano può entrare in Cristo. Come Cristo è entrato nell'acqua del Giordano, anche noi siamo entrati nell'acqua per diventare un tutt'uno con Lui. L'acqua quindi come mezzo salvifico, che va e deve essere accompagnata dalla fede di ogni battezzato, affinchè il Vangelo si compia nella vita di ogni cristiano.
Il ciclo della Manifestazione si conclude quando Cristo comincia ad insegnare pubblicamente: festa della Presentazione di Gesù al Tempio (antica festa della Purificazione della Santa Vergine o meglio conosciuta a livello popolare come "Candelora"), 2 febbraio, esattamente 40giorni dopo il Natale.
*1 Parusia, ritorno glorioso di Gesù alla fine dei tempi;
*2 Il più antico documento che ci permette di concludere che la festa di. Natale era celebrata il 25 dicembre fin dal 336, è il calendario filocaliano redatto nel 354. È infatti poco dopo il Concilio di Nicea (325) che la Chiesa romana istituì una festa commemorativa della Nascita del Salvatore;
*3 Natalis Solis Invicti, "Giorno di nascita del Sole Invitto";
*4 la Basilica del Natale del Signore, in quanto la tradizione ci dice che qui vi è conservata la culla che accolse Cristo nella mangiatoia
*5 Quest'anno l'Epifania cade di Domenica, quindi ci troveremo ad avere un'Ottava d'Epifania e ci sarà una settimana in meno nel Tempo Ordinario. L'anno passato invece, essendo caduta di sabato, il Tempo di Natale si è concluso il giorno dopo.
Fonti: Norme generali per l'ordinamento Liturgico e del Calendario; L'Anno Liturgico di don Prosper Guéranger.