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Convegno nazionale della Chiesa italiana
vertnot.gifRoma 1976

Il primo Convegno nazionale della Chiesa italiana si tiene a Roma dal 30 ottobre al 4 novembre 1976. Il contesto ? quello del programma pastorale avviato tre anni prima sul tema: "Evangelizzazione e sacramenti", nell'intento ? scrivevano i vescovi ? di "imprimere una spinta vigorosa all'azione apostolica e missionaria della Chiesa in Italia". Sono passati solo dieci anni dalla conclusione del Concilio e la sua assimilazione ? in cima all'agenda. A motivare l'assemblea ? anche il rinnovamento della vita delle comunit? e l'esigenza di imprimere una nuova unit? alla vita ecclesiale.

"Evangelizzazione e promozione umana" ? il tema dei lavori. Il Convegno ? presieduto dal card. Antonio Poma, presidente della Cei, affiancato da mons. Luigi Maverna, da padre Bartolomeo Sorge e da Giuseppe Lazzati. Gli interventi fondamentali sono affidati a mons. Giovanni Nervo, Paola Gaiotti, Achille Ardig?, Giuseppe De Rita e mons. Filippo Franceschi.

Il 31 ottobre, Paolo VI accoglie i convegnisti in San Pietro e presiede l'Eucaristia. Nell'omelia, il Papa invita "ad un ripensamento della missione nel mondo contemporaneo, ad una coscienza religiosa autentica e nuova, ad un confronto col vertiginoso mondo moderno, anzi ad un dialogo di salvezza per chi assume la non facile missione di aprirlo, e per chi abbia la felice sorte di accoglierlo".

Emergono alcune urgenze: la scelta prioritaria dei poveri e degli emarginati, che devono essere "al centro dell'azione pastorale della Chiesa e inseriti a pieno titolo nelle comunit?"; l'attenzione al mondo del lavoro, affinch? si proceda verso "la piena liberazione dell'uomo da ogni condizionamento disumano del lavoro, da ogni ingiusta retribuzione, da una dipendenza che annulli il lavoratore come persona"; l'impegno politico dei cattolici, che non esaurisce la promozione umana n? si riduce alla sola azione di partito, ma ? un'espressione necessaria del servizio della Chiesa al mondo.

Ai lavori romani non segue un documento dei vescovi. La Presidenza della Cei si limita ad un messaggio inviato ai partecipanti il 24 novembre 1976. Il Convegno ? si legge ? "viene dalle Chiese locali e torna alle Chiese locali". E ancora, presentando gli Atti dell'incontro: "Il cammino della evangelizzazione e della promozione umana anche nel nostro paese sar? un cammino di croce. Ma la croce della nostra purificazione, della nostra povert?, dei nostri sacrifici, dei nostri fallimenti sar? via dell'efficacia del nostro servizio compiuto con la forza di Cristo. Altro stile cristiano non c'? per contribuire veramente a fare anche dell'Italia un mondo pi? umano".

Loreto 1985


Sono passati poco meno di nove anni dal Convegno di Roma, e quattro dalla pubblicazione del nuovo piano pastorale decennale "Comunione e comunit?", quando si apre a Loreto il secondo incontro nazionale della Chiesa italiana. ? il 9 aprile 1985. Si lavora fino al 13, nei giorni dell'ottava di Pasqua, che significativamente ? stata scelta per ospitare la riflessione sul tema del Convegno: "Riconciliazione cristiana e comunit? degli uomini".

Il quadro storico, pastorale e culturale. Dopo una celebrazione introduttiva, tre relazioni delineano il quadro storico, pastorale e culturale. Le propongono il teologo don Bruno Forte, il filosofo Armando Rigobello, il card. Salvatore Pappalardo, arcivescovo di Palermo. Come gi? sperimentato a Roma nove anni prima, il grosso dei lavori prosegue a gruppi. 26 le commissioni di studio che affrontano i temi dei cinque ambiti in cui si articola il programma: la coscienza personale, luogo primario della riconciliazione; la mediazione educativa; la riconciliazione nella Chiesa, il ministero della riconciliazione; la Chiesa e il Paese in un cammino di riconciliazione.

L'11 aprile arriva Giovanni Paolo II. Il suo discorso lascia il segno e orienta la riflessione. Il Papa invita a dare testimonianza di unit?, a vivere in piena sintonia con la Chiesa, ad operare affinch? la fede cristiana "in una societ? pluralistica e parzialmente scristianizzata... recuperi un ruolo guida e un'efficacia trainante nel cammino verso il futuro". La condizione perch? ci? accada ? che venga superata "quella frattura tra Vangelo e cultura che ?, anche per l'Italia, il dramma della nostra epoca".

Il rischio da cui Giovanni Paolo II vuole mettere in guardia ? quello di finire "espropriati" di ci? che ? sostanzialmente cristiano, "con la conseguenza della assimilazione al mondo invece che della sua cristianizzazione".

Le sessioni di lavoro. Nelle sessioni di lavoro, i temi indicati dal Papa vengono ripresi. Si parla di Chiesa locale, associazioni e movimenti; di forza e debolezza della famiglia; di partecipazione nella Chiesa e di pluralismo culturale; di appartenenza "con riserva" e di testimonianza nella citt? secolare. Il dibattito tra i convegnisti ? vivace. Con sincerit? e sofferenza affiorano anche alcune tensioni e divergenze, soprattutto nell'individuazione dell'approccio verso il pluralismo culturale: se privilegiare quello di tipo dialogico-razionale o di tipo kerigmatico-paradossale. Molte le indicazioni che emergono nei gruppi. Si individua la necessit? di un investimento maggiore nella formazione di coscienze adulte e di una programmazione pastorale che valorizzi tutti i soggetti; si chiede di continuare ad approfondire gli aspetti legati alla pastorale familiare, alla scuola, alle comunicazioni sociali.

La Nota pastorale. Due mesi dopo la conclusione del Convegno, i vescovi hanno gi? pronta una Nota pastorale per raccoglierne e rilanciare il messaggio. "La Chiesa in Italia dopo Loreto" offre la chiave interpretativa del tema: l'incontro con Cristo risorto che annuncia la risurrezione ? ci? che avvicina la fede e la vita, la Chiesa e il mondo, l'esperienza religiosa e l'attivit? umana. "La verit? di Cristo ? scrivono i pastori ? domanda di essere realizzata nell'amore, per condurre in tal modo alla fraternit?". Ne deriva uno stile nutrito di dialogo e di ricerca comune, una Chiesa che vive il dono della riconciliazione, che emerge come comunit? riconciliata e missionaria.

Palermo 1995


Il terzo Convegno della Chiesa italiana si tiene a Palermo, dal 20 al 24 novembre 1995. Una scelta, quella del capoluogo siciliano, doppiamente motivata: qui ? afferma la Traccia preparatoria ? "sono accaduti alcuni degli avvenimenti pi? drammatici e inquietanti del nostro recente passato", ma da questa citt? sono anche "venuti al Paese inequivocabili segni di speranza e di risveglio spirituale e civile".
Il tema. E' disegnato sugli orientamenti pastorali degli anni Novanta: "Il Vangelo della carit? per una nuova societ? in Italia"; i delegati lo affrontano suddivisi in cinque ambiti: cultura e comunicazione sociale, impegno sociale e politico, amore preferenziale per i poveri, famiglia, giovani. Il senso globale di questa scelta ? diranno i vescovi all'indomani del Convegno ? "? che la verit? dell'uomo, manifestata pienamente dal Vangelo della carit?, si traduce in una cultura della responsabilit? e della solidariet? nelle molteplici dimensioni della vita".

Intervengono il card. Giovanni Saldarini, il sociologo Franco Garelli e il teologo Piero Coda. Non manca l'ascolto del mondo "laico" e una significativa presenza ecumenica e interreligiosa.

Giovanni Paolo II arriva a Palermo il 23 novembre. Nel mattino tiene un discorso ai delegati e nel pomeriggio celebra la Messa nello stadio della citt?. Le sue parole danno un deciso orientamento ai lavori: "Il nostro non ? il tempo della semplice conservazione dell'esistente, ma della missione". ? la "conversione pastorale" nella direzione dell'evangelizzazione divenuta, in questi dieci anni, un leit motiv per la comunit? ecclesiale.

"La Chiesa - afferma il Papa - non deve e non intende coinvolgersi con alcuna scelta di schieramento politico o di partito". Il pluralismo politico dei cristiani ? dunque legittimo, ma esso "non ha nulla a che fare con una diaspora culturale dei cattolici".

Sei mesi dopo. Nel maggio 1996, i vescovi pubblicano la nota pastorale "Con il dono della carit? dentro la storia. La Chiesa in Italia dopo il Convegno di Palermo". Partendo da una riflessione su Ges? Cristo, Vangelo della carit? divina, essi individuano il contributo pi? prezioso per il bene del Paese in una "nuova evangelizzazione, incentrata sul Vangelo della carit?" e "consapevolmente attenta alla cultura del nostro tempo, per aiutarlo a liberarsi dei suoi limiti e a sprigionare le sue virtualit? positive".

Il "progetto culturale". E' il frutto pi? maturo del Convegno di Palermo. Il card. Ruini, nelle conclusioni dei lavori, ne parla sottolineando la necessaria complementariet? tra la pastorale ordinaria, la vita e il lavoro quotidiano delle comunit?, e la dimensione cosiddetta "alta" della cultura e della ricerca intellettuale. Padre Bartolomeo Sorge commenta: al "cattolico spiritualista" e al "cattolico presenzialista" il Convegno di Palermo "ha preferito, senza esitare, la figura del cattolico inculturato, preoccupato cio? di mantenere limpida la propria identit? di fede, ma incarnandola nella storia".


Verona 2006


"Testimoni di Ges? risorto speranza del mondo", si svolger? nella citt? scaligera dal 16 al 20 ottobre 2006. I cattolici italiani saranno chiamati a tracciare un bilancio del decennio in corso e a progettare linee di testimonianza e impegno per quello successivo.

Il cardinale Dionigi Tettamanzi spiega che "il Convegno vuole porre al centro dell'attenzione delle nostre comunit? cristiane la virt? teologale della speranza. Si ?, infatti, consapevoli che "non ? cosa facile, oggi, la speranza. Non ci aiuta il suo progressivo ridimensionamento: ? offuscato se non addirittura scomparso nella nostra cultura l'orizzonte escatologico, l'idea che la storia abbia una direzione, che sia incamminata verso una pienezza che va al di l? di essa".

"La scelta di meditare i temi della speranza e della testimonianza alla luce sempre viva del Cristo Risorto - continua il cardinale - ? la logica conseguenza del cammino cominciato a Roma nel 1976: nel 2006, a Verona, i lavori del Convegno ecclesiale saranno ispirati e guidati dal nostro essere testimoni di Ges? Risorto, speranza del mondo. ? un dono singolare che il tempo che ci conduce al Convegno sia dedicato all'Eucaristia. Senza l'Eucaristia nel giorno del Signore i cristiani non possono esistere n? vivere.

La traccia di riflessione pubblicata nel maggio 2005 intende favorire la comune riflessione, si sviluppa attorno a quattro domande, che declinano gli elementi indicati nel titolo del convegno. Come Ges? Risorto rigenera la vita nella speranza?, Come la fede in Ges? Cristo, Crocifisso e Risorto, ci rende testimoni di speranza?, Come essere uomini e donne che testimoniano nella storia la speranza?, Come la speranza aiuta a comprendere e vivere le situazioni che maggiormente interpellano l'esistenza contemporanea?

I cinque ambiti delineati nella Traccia di riflessione per il Cen di Verona sono: vita affettiva; lavoro e festa; fragilit?; tradizione; cittadinanza. Si tratta di un percorso che chiede di superare il rischio della frammentazione puntando a quella "pastorale integrata" che guarda alla persona e alla comunit? nel loro insieme, nella loro unit?.
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