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UN IMPRENDITORE SEGUACE DEL GRANDE POVERELLO: UBERTO MORI


Mi ? stato chiesto, per questa rubrica, di proporre all?attenzione dei lettori gli esempi di uomini e donne di fede la cui testimonianza si sia inserita perfettamente nel nostro tempo, ma mi ? stata posta l?esplicita condizione ?che non siano gi? troppo famosi?.



La storia scelta per il primo articolo soddisfa in pieno entrambi i requisiti. Parleremo infatti del Servo di Dio Uberto Mori, un ingegnere modenese nato nel 1926 e salito al cielo nel 1989.
Servo di Dio? ? il termine ?tecnico? con cui vengono indicate le persone per le quali si è ufficialmente aperto il processo canonico per la beatificazione.



Ripercorriamo dunque le tappe di quest?uomo singolare che ha reso gloria a Dio non tradendo mai la povert? evangelica pur in una situazione di notevole agiatezza materiale.

Come detto, nasce a Modena nel 1926, suo padre ? un ufficiale dell?esercito. Durante la guerra, nel 1944, il padre, nonostante gli fosse stato diagnosticato un tumore allo stomaco, viene ugualmente richiamato dai comandanti della Repubblica di Sal?. Uberto allora si offre al suo posto. Il generale muore quasi subito, ma Uberto, dopo la licenza per il lutto, non riprende il servizio militare. Ricercato anche dai Partigiani, sfugge ad un agguato e si rifugia nella casa natale di Modena, dove attende la fine della guerra con la nonna e alcune zie. Poco dopo si iscrive alla facolt? di Ingegneria industriale all?Universit? di Bologna dove, dopo un periodo di interruzione degli studi dovuto a motivi familiari, si laureer? nel 1959. Nel frattempo, nel 1952, si era sposato con Gilda Cavedoni.

Dal matrimonio nasceranno tre figli, di cui per? una, malata di morbo blu, morir? dopo appena un anno di vita. Dopo la laurea il Servo di Dio rimane come assistente all?Universit? e tra il 1962 ed il 1969 gli viene affidato l?insegnamento di ?Forni Industriali e Tecnologie delle alte temperature?.

Il 1967 ? un anno importante nella vita di Uberto Mori perch? dimostra come le sue realizzazioni nel campo imprenditoriale e il suo cammino spirituale procedano di pari passo, senza mai ostacolarsi ed anzi quasi completandosi a vicenda. Infatti in quell?anno fonda la societ? ?Forni impianti industriali ceramici Mori? e contemporaneamente entra nel Terz?Ordine Francescano (a febbraio fa la vestizione e ad aprile la professione). Conosce inoltre Padre Raffaele, un cappuccino che diventer? suo direttore spirituale, nonch? grande amico.
Sotto la sua guida Uberto comincia in quello stesso anno un?attivissima collaborazione col santuario mariano di Puianello presso Modena, nel quale, tra l?altro istituir? l?Ora di Guardia mensile con la Madonna ed eriger? la Congregazione del Terz?Ordine francescano.

Nel 1969, dopo essersi consacrato a Ges? per Maria secondo la formula di Grignon de Monfort, in collaborazione con il missionario padre Raimondo Bardelli e con padre Raffaele d? vita a molteplici iniziative per costruire il Villaggio della Ghirlandina nella missione cappuccina del Centrafrica, progettandone ogni singola parte.

Data la sua profonda devozione alla Vergine, nel 1971 con Padre Raffaele inizia le ?Marce penitenziali?, come si fanno a Fatima il 13 di ogni mese; diffonde la ?Peregrinatio Mariae? e la devozione dei primi sabati del mese. Successivamente con la moglie, unici laici, partecipa al Congresso dei Rettori dei Santuari mariani, accompagnandovi padre Raffaele ed illustrando le iniziative dell?Ora di Guardia e delle Marce penitenziali. Fa inoltre erigere un palco per dare una sede decorosa alle funzioni dei 13 sabati di Fatima. Con il permesso del vescovo di Modena, d?intesa con il Rettore del Santuario, invita personalmente vari prelati italiani alle celebrazioni eucaristiche di ogni mese da maggio ad ottobre. Nel 1974 istituisce una festa annuale nel Santuario per l?affidamento dei bambini alla Madonna.

Ma, sfruttando la sua eccezionale intelligenza e il suo grande senso pratico, l?ing. Mori non cessa di guardare anche alle cose di quaggi?: cos?, sempre nel 1974, con la fraternit? del Terz?Ordine Francescano di Modena si fa promotore della realizzazione del pensionato ?Nostra Signora della Salute? per terziari, sacerdoti, genitori di religiosi e persone bisognose; collabora alla preparazione dello Statuto, alla ristrutturazione dei locali e ne progetta la cappella.

Nel 1977 inizia la produzione di forni a rulli per ceramica. Anche le sue attivit? pi? strettamente imprenditoriali sono coronate da un buon successo, tanto che nel 1980 viene fondato il ?Gruppo Mori? che comprende la ?Mori S.p.A.?, la ?Mori Iberica? in Spagna, la ?Ing. Mori S.p.A.? e la emittente televisiva ?Antenna Uno?.

Un uomo figlio del suo tempo come Uberto Mori intuisce in quegli anni l?importanza strategica dell?uso dei Mass Media anche per la diffusione della Buona Novella di Cristo. Sulla sua emittente d? inizio ad una serie di rubriche e trasmissioni religiose, soprattutto su argomenti mariani, che cura personalmente.

Nel 1985 aderisce all?Unione cristiana imprenditori e dirigenti (UCID) di Modena e successivamente offre finanziamenti per l?A.V.O. (Associazione Volontari Ospedalieri) della sua citt?, mettendo a disposizione la prima sede.
Il 7 aprile 1987, durante una trasmissione mariana su Antenna Uno, ? colpito da infarto. Umanamente parlando, ? l?inizio del declino, ma il Servo di Dio, pur non potendo ovviamente svolgere pi? tutte le attivit? di prima, continua ad offrire la sua vita per la gloria di Dio: scrive articoli per il settimanale diocesano ?Nostro Tempo? e per il ?Corriere Mariano?; cura le trasmissioni religiose. Segue inoltre la fondazione a Castelfranco Emilia dell?Associazione Madonna degli Angeli (AMA) a sostegno di portatori di handicap. Viene ricoverato all?ospedale S. Chiara di Trento per l?applicazione del pace maker.

Il 6 settembre 1989, dopo aver mantenuto durante le tribolazioni per la sua malattia un atteggiamento sempre edificante con l?accettazione della sofferenza per amore di Dio, viene chiamato dal Signore alla sua Casa.

Il 7 dicembre 1997 il vescovo Mons. Benito Cocchi d? il via alla causa di beatificazione aprendo l?Inchiesta diocesana.
Credo che dal nostro pur sommario racconto della vita di questo Servo di Dio, un imprenditore che ha basato il suo cammino di avvicinamento al Signore sui due capisaldi della devozione mariana e della spiritualit? francescana, sorga spontanea una riflessione: se ? vero che ?? pi? facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli? (Mt 19,24), ? pur vero che non ? la ricchezza in s? ad essere un ostacolo, ma il cuore dell?uomo che si chiude alle cose del cielo. In altre parole, se il cuore dell?uomo, indipendentemente dai beni che possiede, si apre alla Verit?, davvero la Grazia di Dio si posa su di lui e la via della santit? gli si schiude davanti.

Emidio Cancelli

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