...le palme
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DOMENICA DELLE PALME

E DELLA PASSIONE DEL SIGNORE

Anno C

LETTURE: Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Lc 22,14-23.56

CELEBRAZIONE DELL'EUCARISTIA 
Quando non c'è la processione, la Messa inizia come al solito

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura   Is 50,4-7
Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi, sapendo di non restare confuso.

Dal libro del profeta Isaìa
Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare 
una parola allo sfiduciato. 

Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perché io ascolti come i discepoli.
Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.

Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi.

Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso.


SALMO RESPONSORIALE  
Dal Salmo 21
Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?

Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!».

Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
Posso contare tutte le mie ossa.

Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto. 

Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all’assemblea.
Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d’Israele.

Seconda Lettura  Fil 2,6-11
Cristo umiliò se stesso, per questo Dio lo esaltò.


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippèsi

Cristo Gesù,
pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio 
l’essere come Dio,
ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.

Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
e ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!»,
a gloria di Dio Padre. 

Canto al Vangelo   Fil 2,8-9
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome.

Lode e onore a te, Signore Gesù! 

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Luca

Vangelo
  Lc 22,14-23,56
La passione del Signore

Indicazioni per la lettura dialogata: 
 = Gesù;  = Cronista;  =Discepoli e amici;  =Folla;  =Altri personaggi


Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione
C Quando venne l’ora, [Gesù] prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». C E, ricevuto un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e fatelo passare tra voi, perché io vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non verrà il regno di Dio». 

Fate questo in memoria di me
Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me».C E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi».

Guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito!
«Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito, ma guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito!». C Allora essi cominciarono a domandarsi l’un l’altro chi di loro avrebbe fatto questo.

Io sto in mezzo a voi come colui che serve
E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E siederete in trono a giudicare le dodici tribù di Israele.

Tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli
Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli». C E Pietro gli disse: D «Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte». C Gli rispose: «Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi».

Deve compiersi in me questa parola della Scrittura
C
 Poi disse loro:  «Quando vi ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». C Risposero: D «Nulla». C Ed egli soggiunse:  «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così chi ha una sacca; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. Perché io vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: “E fu annoverato tra gli empi”. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo compimento».C Ed essi dissero: D «Signore, ecco qui due spade». C Ma egli disse: «Basta!».

Entrato nella lotta, pregava più intensamente
Uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro:  «Pregate, per non entrare in tentazione». C Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo:  «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». C Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro:  «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».

Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?

 C  Mentre ancora egli parlava, ecco giungere una folla; colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?». C Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: D «Signore, dobbiamo colpire con la spada?». C E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo:  «Lasciate! Basta così!». C E, toccandogli l’orecchio, lo guarì. Poi Gesù disse a coloro che erano venuti contro di lui, capi dei sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani:  «Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni. Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete mai messo le mani su di me; ma questa è l’ora vostra e il potere delle tenebre».

Uscito fuori, Pietro pianse amaramente
Dopo averlo catturato, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. Avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno; anche Pietro sedette in mezzo a loro. Una giovane serva lo vide seduto vicino al fuoco e, guardandolo attentamente, disse: A «Anche questi era con lui». C Ma egli negò dicendo: D «O donna, non lo conosco!». C Poco dopo un altro lo vide e disse: A «Anche tu sei uno di loro!». C Ma Pietro rispose: D «O uomo, non lo sono!». C Passata circa un’ora, un altro insisteva: A «In verità, anche questi era con lui; infatti è Galileo». C Ma Pietro disse: D «O uomo, non so quello che dici». C E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.

Fa’ il profeta! Chi è che ti ha colpito?
E intanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo deridevano e lo picchiavano, gli bendavano gli occhi e gli dicevano: A «Fa’ il profeta! Chi è che ti ha colpito?». C E molte altre cose dicevano contro di lui, insultandolo.

Lo condussero davanti al loro Sinedrio
Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i capi dei sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al loro Sinedrio e gli dissero: A «Se tu sei il Cristo, dillo a noi». C Rispose loro:  «Anche se ve lo dico, non mi crederete; se vi interrogo, non mi risponderete. Ma d’ora in poi il Figlio dell’uomo siederà alla destra della potenza di Dio». C Allora tutti dissero: A «Tu dunque sei il Figlio di Dio?». C Ed egli rispose loro: «Voi stessi dite che io lo sono». C E quelli dissero: A «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L’abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca».

Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna
C [
 Tutta l’assemblea si alzò; lo condussero da Pilato e cominciarono ad accusarlo: A «Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re». C Pilato allora lo interrogò: A «Sei tu il re dei Giudei?». C Ed egli rispose:  «Tu lo dici». C Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: A«Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna». C Ma essi insistevano dicendo: A «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui». C Udito ciò, Pilato domandò se quell’uomo era Galileo e, saputo che stava sotto l’autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli a Gerusalemme. 
Erode con i suoi soldati insulta Gesù
Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell’accusarlo. Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia.

Pilato abbandona Gesù alla loro volontà
Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo, disse loro: « A Mi avete portato quest’uomo come agitatore del popolo. Ecco, io l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in quest’uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate; e neanche Erode: infatti ce l’ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà». C Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!». C Questi era stato messo in prigione per una rivolta, scoppiata in città, e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. F Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». C Ed egli, per la terza volta, disse loro: A «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà». C Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere. 

Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me
Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse:  «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e alle colline: “Copriteci!”. Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?». 
C Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori. 

Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno
Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva:  «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». 
C Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte. 

Costui è il re dei Giudei
Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: A «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». C Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: A «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». C Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».

Oggi con me sarai nel paradiso
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: A «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». C L’altro invece lo rimproverava dicendo: A «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». C E disse: A «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». C Gli rispose:  «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito
C
 Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse:  «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò.

(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)

C Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: A«Veramente quest’uomo era giusto». C Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo. ]

Giuseppe pone il corpo di Gesù in un sepolcro scavato nella roccia
Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del Sinedrio, buono e giusto. Egli non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Era di Arimatèa, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. Era il giorno della Parascève e già splendevano le luci del sabato. Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto.

Con questa domenica entriamo in quel clima così denso e pieno di attesa, che caratterizza la settimana santa. E’ santa perché nessun tempo della storia ha visto ciò che si è verificato durante questi giorni. C’è condensato il senso della vita di Cristo, ma, possiamo dire, tutta la storia degli uomini. Il confronto con la persona del Cristo non è avvenuto una volta per sempre e con quelle persone, amici o nemici, che erano presenti all’evento, ma è un confronto che continua nella storia e continuerà fino alla fine dei tempi. Ed il confronto non è teorico, basato su concetti o forme di dottrina, ma è un confronto reale, personale. Riascoltando ciò che gli Evangelisti ci hanno trasmesso e celebrando il mistero di quella morte, siamo costretti a farci delle domande: sul senso della nostra fede, legata com’è ad un evento scandaloso; sul senso della nostra esistenza terrena, confrontata con la vicenda di Gesù; sul senso della storia, ormai segnata da questo evento.
Durante la settimana ci sono talmente tanti momenti toccanti e pieni di mistero, concentrati in pochi giorni, che è difficile assimilarli. Ecco perché i giorni della passione, insieme a quelli della Pasqua, costituiscono il centro di tutto l’anno liturgico: ogni altro momento fa riferimento a questi eventi. Non solo. Anche nella vita cristiana, vanno sempre ripresi, rimeditati, e confrontati con la vita di ogni giorno.

PRIMA LETTURA

E’ uno dei famosi quattro carmi del Servo di Jahvè.
Il servo è un iniziato, uno che presta ascolto, è docile al maestro, non si tira indietro. Ogni mattina è pronto, non oppone resistenza.
Dovrà subire flagellazione, insulti e scherni, ma il Signore non lo abbandona, perciò la sua faccia è dura come pietra, non si lascia intimorire e sa bene che non resterà deluso da Dio.
E’ stata una fonte, insieme agli altri canti, per gli evangelisti che si sono trovati a dover dare una spiegazione alla sofferenza di Gesù, per loro (e per noi) così incomprensibile.
Il Venerdì Santo ritroveremo l’altro canto di Isaia, che è rimasto nella storia, anche in molte interpretazioni rabbiniche, un testo-chiave per leggere la sofferenza dell’uomo (o del popolo) e che per noi costituisce un vero ritratto del Cristo sofferente, con la precisazione dello scopo della sua sofferenza.

Il SALMO 21 (22) è chiamato il salmo della passione, perché solo Gesù poteva pronunciarlo in modo così realistico e vero: gli evangelisti lo hanno riletto proprio in questa ottica. Sembra un salmo di disperazione, di angoscia senza scampo, invece è un salmo pieno di fiducia e di abbandono in Dio.

SECONDA LETTURA

Non poteva essere scelto un testo più adatto per questa celebrazione. Difficilmente si trova un testo che ci porta dentro il mistero della morte di Cristo, come questo inno che non si limita a dirci che cosa è successo durante i giorni della passione, ma inserisce i fatti nel contesto di una scelta radicale operata da Gesù, fin dal seno del Padre. La sua morte, la sua discesa agli inferi (la lontananza massima che potesse concepirsi da Dio) non è altro che la conclusione logica di quella scelta. Dall’essere Dio alla lontananza da Dio, dall’essere uguale al Padre all’essere senza Dio, immerso nella maledizione, che gli farà dire: Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?
Entrare nella profondità di questo mistero sconvolgente non è facile, perché chi ci si azzarda viene semplicemente colto dal panico. Non so perché, ma mi vengono in mente quelle parole di Nietzche: Che mai facemmo a sciogliere questa terra dalla catena del suo sole? Dov’è che si muove ora?Dov’è che ci muoviamo noi? Via da tutti i soli? Non è il nostro un eterno precipitare? E all’indietro, di fianco, in avanti, da tutti i lati?Esiste ancora un alto e un basso? Non stiamo forse vagando come attraverso un infinito nulla? Non alita su di noi lo spazio vuoto? Non si è fatto più freddo? Non seguita a venire notte, e sempre più notte?
E’ la descrizione più famosa delle conseguenze della morte di Dio. Può riferirsi alla morte di Gesù, che è morte di Dio e può farci capire che cosa succede senza di Lui, ma può essere utilizzata anche per interpretare l’esperienza di Gesù, nella sua lontananza da Dio. Solo che per lui questo legame non si è mai spezzato e nel suo vagare nel nulla si affida completamente a Dio.
Da qui il nome che gli viene dato, al di sopra di ogni altro nome, al quale si piega ogni ginocchio, in cielo, sulla terra e sotto terra: cioè con questa discesa ha riconquistato tutto il creato.

La lettura della PASSIONE ci introduce nella SETTIMANA SANTA, che culminerà nel TRIDUO PASQUALE: Giovedì, venerdì, Sabato Santo.
E’ chiaro che non si può fare una riflessione esauriente su questi eventi. Per comprenderne la portata possiamo domandarci quanto senso hanno e quanto comprendiamo di queste parole: peccato, salvezza, redenzione, croce, morte, inferi, risurrezione.
Molti concetti sono diventati teologici, astratti, ma teniamo presente che gli evangelisti sono partiti dalla constatazione di fatti concreti, dall’esperienza personale nel loro rapporto con Gesù.
Possiamo farci una domanda: come mai nella spiritualità cristiana, ma anche nella sensibilità semplicemente umana, come quella di tanti artisti, pittori, letterati, musicisti, ci si è concentrati piuttosto sulla passione di Gesù che non sulla sua risurrezione?
La nostra vita terrena è più vicina a questa fase della vita di Gesù, che non alla sua risurrezione. Questa è vissuta nel mistero della rinascita attraverso il battesimo e nella speranza, mentre quella fa parte di un’esperienza spesso drammatica dell’umanità che si confronta continuamente con il male e con la morte.
Quando tutto ci va bene, nel nostro individualismo non pensiamo alla croce; ma se allarghiamo lo sguardo all’umanità e ci sentiamo coinvolti, non possiamo sottrarci alla considerazione che la croce continua ad interrogare tutti sul senso dell’esistenza, ma anche sul senso della sofferenza e morte di Cristo.