VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Anno A

 

LETTURE: Sir 15,15-20; Sal 118; 1 Cor 2,6-10; Mt 5,17-37

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA14toa

Prima Lettura Sir 15, 15-20
A nessuno ha comandato di essere empio.

 

Dal libro del Siràcide
Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno;
se hai fiducia in lui, anche tu vivrai.
Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua:
là dove vuoi tendi la tua mano.
Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male:
a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.
Grande infatti è la sapienza del Signore;
forte e potente, egli vede ogni cosa.
I suoi occhi sono su coloro che lo temono,
egli conosce ogni opera degli uomini.
A nessuno ha comandato di essere empio
e a nessuno ha dato il permesso di peccare. 

Salmo Responsoriale Dal Salmo 118
Beato chi cammina nella legge del Signore.

Beato chi è integro nella sua via
e cammina nella legge del Signore.
Beato chi custodisce i suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.

Tu hai promulgato i tuoi precetti
perché siano osservati interamente.
Siano stabili le mie vie
nel custodire i tuoi decreti.

Sii benevolo con il tuo servo e avrò vita,
osserverò la tua parola.
Aprimi gli occhi perché io consideri
le meraviglie della tua legge.

Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la custodirò sino alla fine.
Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge
e la osservi con tutto il cuore.

Seconda Lettura 1 Cor 2, 6-10
Dio ha stabilito una sapienza prima dei secoli per la nostra gloria.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo, che vengono ridotti al nulla. Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria.
Nessuno dei dominatori di questo mondo l’ha conosciuta; se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria.
Ma, come sta scritto:
«Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,
né mai entrarono in cuore di uomo,
Dio le ha preparate per coloro che lo amano».
Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio.

Canto al Vangelo Cf Mt 11,25
Alleluia, alleluia.

Benedetto sei tu, Padre, Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del regno dei cieli.
Alleluia.

  • Vangelo Mt 5, 17-37
    Così fu detto agli antichi: ma io dico a voi ...

Dal vangelo secondo Matteo

[In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:] «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà dalla legge neppure un iota o un segno, senza che tutto sia compiuto. 
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. 
Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Poiché [io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. 
Avete inteso che fu detto agli antichi: "Non uccidere"; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio.] Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. 
Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. 
Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo! 
[Avete inteso che fu detto: "Non commettere adulterio"; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.]
Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, càvalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tàgliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna. 
Fu pure detto: "Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio"; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
[Avete anche inteso che fu detto agli antichi: "Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto]: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. [Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno».]

 

 


Ci addentriamo nel pieno del discorso della montagna, ed è come entrare in una foresta dove le sorprese e gli imprevisti capitano ad ogni passo, e non soltanto si resta meravigliati, ma spesso anche sconcertati. Gesù non ci risparmia lo sconcerto, anzi, spesso si compiace di usare paradossi talmente laceranti da metterci con le spalle al muro, come leggiamo anche nel brano di oggi.
Per inquadrare bene il messaggio è necessario far riferimento a quella zona grigia, potremmo così chiamarla, che si era creata tra l’osservanza della legge antica di Mosè e la nuova legge, quella dello Spirito, promossa dall’insegnamento di Gesù.
Matteo, essendo ebreo, ha voluto gettare una luce sulla questione che quasi automaticamente si poneva del rapporto tra il Testamento antico e quello nuovo. C’è una discontinuità, una rottura che può dichiarare il vecchio ormai obsoleto e non autorevole, oppure c’è una continuità? E in questo caso quali sono gli elementi di un raccordo? Infatti Gesù dirà in altri contesti: vino nuovo in otri nuovi. Ed anche in questo caso c’è da domandarsi: in che consiste il vino nuovo e quali sono gli otri nuovi?
Così Matteo sente il bisogno di dichiarare subito che non c’è discontinuità, ma compimento, perfezionamento. E’ un processo che in Gesù trova la fine della sua corsa.
Agli scribi e ai farisei viene rimproverato il loro attaccamento, quasi feticistico, alla lettera, ad un’osservanza legalistica, che oggi definiremmo materialistica, senza anima, dove l’uomo è per la legge e non la legge per l’uomo, come Gesù denuncerà più volte.

La liturgia di oggi ci offre due punti di vista importanti per affrontare il problema dell’osservanza della legge.
La prima lettura fa leva sulla scelta personale di ciascuno. In base alla scelta ognuno sarà giudicato, perché Dio propone sempre il bene. Ma, come sappiamo, non sempre l’uomo ha la capacità di scegliere secondo il disegno di Dio.
La seconda lettura fa leva sulla sapienza, non una sapienza umana, di questo mondo, ma divina. E’ con questa sapienza che l’uomo può comprendere ed addentrarsi nei misteri di Dio e quindi può comprendere anche le parole che oggi il vangelo ci offre.

Matteo prende in considerazione tre comandamenti: non uccidere, non commettere adulterio, non spergiurare.
Con un po’ di buona volontà ogni uomo è in grado di non contravvenire a questi precetti. Ma Gesù non si accontenta, come abbiamo detto, di un’osservanza esteriore, spesso ipocrita, o, nella migliore delle ipotesi, stoica o gratificante. Va a scavare nei meandri più segreti dell’animo umano, dove si nascondono le ipocrisie, le intenzioni meno limpide, le giustificazioni più sofisticate. Egli ti dice: prima che con la legge tu hai a che fare con il profondo di te stesso, ti devi confrontare con te stesso.
Molto probabilmente scoprirai che se avessi la facoltà di mettere in pratica le tue intenzioni, quei precetti non servirebbero a nulla. Infatti ciò che facciamo è frutto di una tendenza e di una decisione già presa nel pensiero. Ed allora puoi arrivare anche a delle decisioni drastiche, per sradicare la radice del male, che il vangelo esprime con paradossi: se la tua mano ti scandalizza, tagliala…se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo…non giurare affatto, basta un sì e un no, il di più viene dal maligno.

Sotto questo punto di vista il vero cristiano è una mosca bianca.
Addentriamoci nell’opinione pubblica e nel modo con cui, anche i cristiani, si pongono di fronte a certe derive morali, ad un permessivismo senza freni, in nome di una tolleranza ipocrita. Non che i cristiani siano chiamati a fare crociate, ma a far riferimento alla parola del Signore. Infatti, oggi, per estirpare il male, per evitare che certi comportamenti giungano a delle conseguenze nefaste, si invoca la legge. La legge sarebbe il toccasana, non la formazione delle coscienze. Gesù, come i profeti, hanno riconosciuto che neppure la legge più santa, come quella di Mosè, è stata in grado di instaurare una morale vera, quella che noi chiamiamo evangelica.
Forse anche molti cristiani dovrebbero richiamare alla mente che senza un cuore nuovo non è possibile modificare stili di vita che non sono coerenti con la parola del Signore.

Una postilla mi sembra necessaria.
E’ chiaro che il vangelo tiene conto della normalità dell’uomo e non di comportamenti o tendenze, che oggi definiamo devianti, o incoercibili, dovuti a tare di ordine psicologico, o traumi di vario genere, che vanno valutati con altri criteri; ed anch’essi trovano comunque una risposta nel vangelo.